L’Abbazia di Santa Maria in Pattano

Badia di Pattano – Particolare della Chiesa di Santa Maria – XIV sec.

L’abbazia di Santa Maria fu fondata da monaci greco-orientali giunti attorno al IX secolo nelle terre del Cilento per sottrarsi alle persecuzioni successive alla conquista araba della Sicilia (827-902 d.C.), ed e’ situata nel comune di Vallo della Lucania, alla frazione Pattano, laddove, in un momento successivo, a partire dall’eta’ della riconquista bizantina dei territori perduti nel sud Italia, si sviluppo’ un importantissimo cenobio, che attiro’ un numero sempre crescente di monaci ed egumeni, i quali si attivarono anche per mettere a reddito le terre circostanti riadattate allo sviluppo della coltura della vite e dell’olivo.

Il complesso, visibile dalla variante cilentana della strada statale 18 tirrenica inferiore, appare oggi agli occhi del visitatore come una sorta di masseria fortificata, circondata da una possente muratura che comprende una vasta area agricola e racchiude i tre corpi di fabbrica che ne costituiscono l’insieme; questi ultimi subirono alcuni rifacimenti nei secoli successivi, quando, soprattutto tra il XII ed il XIV sec., l’Abbazia visse il momento di maggiore splendore, dovuto soprattutto al riconoscimento politico della presenza dei monaci bizantini in un area ormai dominata da longobardi, normanni e successivamente angioini.

Verso la meta’ del XV secolo il monastero fu investito da una profonda crisi economica e spirituale, culminata nell’anno 1458 nella visita di alcuni membri della commissione istituita in quell’anno da papa Callisto III allo scopo di verificare il rispetto della regola da parte dei monasteri di rito greco; a costoro infatti apparve una situazione disastrosa, dettata dalla scellerata gestione delle risorse economiche da parte dell’egumeno Elia, dalla non osservanza delle pratiche piu’ elementari connesse alla vita monastica, dall’imposizione spesso con la forza di insostenibili gabelle nei confronti della popolazione e dalla facilita’ con cui lo stesso Elia consentiva l’ingresso a giovani donne nel monastero.

Badia di Pattano – La Torre Campanaria – XI sec.

Le decisioni che scaturirono dalla visita furono davvero pesanti, in quanto l’anno successivo (1459) papa Paolo III decise di sopprimere il monastero, che venne di volta in volta amministrato fino agli inizi dell’Ottocento da abati commendatari, i quali si occuparono solamente di ritirare le rendite agricole derivanti dallo sfruttamento delle terre; tale abbandono si procrastino’ fino al 1806, anno in cui il governo di Gioacchino Murat decise di trasferire allo Stato la proprieta’ dei beni ecclesiastici, e da quell’anno fino agli ultimi decenni del secolo scorso vide il susseguirsi di diversi proprietari, uno dei quali nel 1976 nel tentativo di trasformare il complesso in una struttura ricettiva, aveva follemente iniziato a distruggere gli affreschi della Cappella di San Filadelfo, l’ambiente stilisticamente piu’ rilevante dell’intero cenobio.

Come accennato il complesso abbaziale e’ composto da tre distinti corpi di fabbrica, il primo dei quali e’ costituito dalla Chiesa di Santa Maria, la cui costruzione e’ databile essenzialmente tra il IX ed il X sec., con diversi rifacimenti ed integrazioni, avvenuti almeno in due fasi successive, corrispondenti all’incirca al XIV ed al XVI sec; di essa attualmente restano in piedi solamente le mura perimetrali e l’arco trionfale che separa l’unica navata dall’abside, mentre il tetto a due falde in tegole sostenuto da travature lignee molto probabilmente crollo’ tra il XVIII ed il XIX sec. .

La chiesa ha una lunghezza di circa 23 metri, e’ larga dai 7 agli 8 metri e l’altezza calcolata nel punto piu’ elevato del tetto doveva essere di circa 9 metri; sulle pareti sono ancora visibili scarne tracce di decorazione pittorica, in particolare su quella laterale destra rispetto alla navata, da una delle piccole finestrelle, spunta il giglio angioino (XIV sec.), mentre su quella opposta si notano alcuni lacerti riferibili ad affreschi piu’ antichi, risalenti al X sec., tra cui spicca un’aureola di stampo bizantineggiante.

Accostato alla Chiesa vi e’ il curioso campanile, a pianta quadrata, costruito tra il X e l’XI sec., che si sviluppa in cinque ordini di cornici, raggiungendo un altezza massima di circa 15 metri; l’aspetto attuale e’ frutto di discutibili restauri avvenuti in epoche successive, quando si provvide a chiudere gli spazi scanditi da eleganti bifore per consolidare la struttura scossa da eventi sismici, e ad impiantare la tozza cuspide piramidale sulla sommita’ della torre, funestata dalla caduta di un fulmine.

Badia di Pattano – Cappella di San Filadelfo – Affresco dell’Abside – X sec.

Posta sul margine occidentale dell’intero complesso e’ infine la Cappella di San Filadelfo, cosi’ chiamata dal nome del primo egumeno, che risale alla meta’ del X secolo e si impianta sui resti di una villa rustica romana, della quale sono state messe in luce e sono visibili tre ambienti, corrispondenti a parti di un edificio termale; originariamente essa era caratterizzata da un’unica navata a pianta rettangolare provvista di un’abside decentrata, successivamente (XI sec.) riequilibrata attraverso l’inserimento di un diaframma murario sostenuto da quattro archi poggianti su colonne di spoglio.

Del ciclo pittorico che impreziosisce l’ambiente suscita ammirazione la decorazione dell’abside, risalente alla fine del X sec. di stampo chiaramente bizantineggiante, la quale si sviluppa su tre diversi registri pittorici; nel catino e’ raffigurata l’Ascensione, il cui Cristo e’ rappresentato seduto in trono all’interno della mandorla sorretta da quattro angeli, nella fascia superiore ritroviamo una Vergine orante in mezzo ai Dodici Apostoli , il cui volto fu ignobilmente scalpellato dal vandalo proprietario che aveva in animo di distruggere la chiesa, ed infine nella fascia inferiore sono rappresentate le figure di otto padri della Chiesa orientali, dei quali si riconoscono chiaramente i volti di Sant’ Epifanio e San Giovanni Crisostomo.

Ad una successiva fase decorativa, risalente all’XI sec., appartengono gli affreschi della Controfacciata, raffiguranti scene del Sacrificio d’Isacco, riconoscibili dalle immagini superstiti di un capretto legato ad un albero e da una mano che afferra una testa per i capelli.

Badia di Pattano – Particolare dell’Altare Maggiore della Cappella di San Filadelfo – XIV sec.

Pubblicato da Camillo Sorrentino

Ha conseguito una Laurea Magistrale in Archeologia e Storia dell'Arte presso l'Università degli Studi della Campania "Luigi Vanvitelli" nell'ottobre del 2023, ed in precedenza una Laurea Triennale in Scienze dei Beni Culturali presso l'Università degli Studi di Salerno nel 2002. Dal 2018 e' Guida Turistica ed Accompagnatore Turistico, ha collaborato e collabora con diverse testate giornalistiche culturali on-line.

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